Un’assemblea molto partecipata che simboleggia il forte stato di allerta che vivono i lavoratori di Whirlpool. I sindacati hanno incontrato i dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani, compreso quello di Siena. Presente alla riunione anche il segretario nazionale Fim Cisl Massimiliano Nobis. Dal colosso statunitense continuano a non arrivare indicazioni ufficiali e la notizia di cessare tutte le attività nell’area Emea, quindi europa, medio oriente e africa, entro giugno del 2024 non è mai stata smentita.
Questa situazione di incertezza alimenta i timori di lavoratori e sindacati anche perché di una eventuale vendita ad altre società non ci sono nè conferme nè smentite. “La chiusura del 2024 potrebbe essere una strategia di Whirlpool che potrebbe, come no, aver già venduto tutto il gruppo italiano” ha detto Nobis. “E’ inaccettabile che una multinazionale si rivolga con questa prepotenza e quindi chiediamo al governo di intervenire a livello ministeriale” ha spiegato il sindacalista della Cisl, che poi ha concluso: “A Trieste c’è stata un’importante vertenza che ha portato 15mila persone in piazza. Mi aspetto che anche Siena tuteli questo sito industriale perché ha delle prospettive. Whirlpool è il terzo polo di produzione di elettro domestici e crediamo che sia un valore da difendere anche con la mobilitazione di un’intera città”.
Lo stato dell’arte è stato commentato anche dalla Uilm, con il delegato Maurizio Matera: “E’ tutto incerto. Noi stiamo avanzando richieste a ministero e Whirlpool perché vogliamo la verità”. I lavoratori durante l’assemblea di oggi sono stati messi al corrente delle criticità che potrebbero presentarsi in futuro: “Siamo stati schietti – ha detto Massimo Onori segretario generale Fiom Cgil -. Siamo sotto elezioni e quindi prima di confrontarci con un nuovo governo serviranno settimane. Abbiamo allertato i lavoratori perché dobbiamo essere pronti a qualsiasi soluzione ci troveremo davanti a partire da ottobre, quando Whirpool dovrebbe decidere cosa fare degli stabilimenti del gruppo Emea”.